A nome della lotta contro il plagiato e la pirateria si è dimenticato che copiare era una legittima attività nella formazione degli artisti come degli architetti.
E poi è anche una forma di onore. Così l’ avrà capito Eileen GRAY, quando Donald JUDD gli ha chiesto la permissione di costruirsi un’ esemplare della sua celebre Transat.
Si impara imitando veramente, rendendosi conto della maestria e delle sfumature dell’ originale. C’è una panca di Charles Annesley VOYSEY, grandissimo architetto, che da giovane avrei voluto farmi realizzare, a tale scopo.
L’ amico Paul K. che si era fabbricato da studente una sedia di RIETVELD con le proprie mani, per arredare la sua stanza era ben più fedele allo spirito del progettista che non le industrie che monopolizzano i diritti, modificando dettagli e dimensioni.
Le mie incursioni nella materia :
Cilindro di misurazione etrusco, 1981
Nella Pilotta a Parma, c’è un museo dov’ era esposto una delle cose più meravigliose cha abbia ma visto : un cilindro di misurazione etrusco in bronzo. Ho capito la sua funzione facendolo copiare in rame da un’ artigiano lattoniere di Salabaganza, che ci si è reso e che hanno lasciato prendere delle misure. La modernità delle ondulazioni, sia in parete, paralleli, che concentriche sul fondo, anticipava da migliaia di anni la nostra lattina. Solo che l’ unica maniglia serviva per versare nel contenitore del cliente. Erano dunque per un bancone di negozio o mercato.
Disegno di Adolf LOOS, 1981
In esposizione a Parma ho vista una riproduzione fotografica del disegno di Adolf LOOS per la casa Tristan TZARA a Parigi, progetto che mi aveva sempre affascinato. Ho chiesto di potere venire con lucido per tracciarlo dalla fotografia, che fu concesso. Oggi quel lucido tracciato è incorniciato nel mio studio a Nizza, e mi ricorda sempre quel momento di scoperto. Perché ho potuto appropriare con le mie mani il geniale tratto buttato fuori nella furia progettuale di LOOS.
Kilmichael of Inverlussa, 1983
Intraprendere il rilievo di questa chiesetta del 1806, minacciata di demolizione, mi ha permesso di fare campagna nella stampa locale per la sua preservazione. Ma forse più di tutto un dono, che era la differenza tra 2 offerte per la casa a Londra. A Dio ciò che Gli riviene : quei soldi in più erano caduti del cielo.
Tavolo di Josef HOFFMANN, 1987
Esposto al museo d’ Orsay a Parigi, e riprodotto piuttosto male qualche decennio fa da ALIZAR, il tavolo per operai di HOFFMAN è stato il modello, in termine di costruzione, per uno di altre dimensioni, che abbiamo fatto realizzare per casa nostra, su disegno mio.
Sedia di ufficio (Eliel SAARINEN, ca. 1910)
Appena ho visto questa sedia in museo ho stimato all’ occhio i valori dimensionali e tornato a casa mi sono messo a disegnarlo per conservarne la traccia in memoria. Oggetto diffuso di un gusto delicatissimo, per il quale gli architetti finlandesi si sono distinti.
Sedia Utility (Gordon RUSSELL, ca. 1949)
Ho comprato questa sedia dell’ epoca UTILITY al mercato delle pulci di Portobello negli anni 80, perché eccezionale e comodissimo. E la sedia da pranzo ideale per spazi ristretti. Ho sempre sognato di farlo riprodurre per il mio proprio uso e l’ ho anche proposto a dei clienti che cercavano una sedia confortevole. Poi ho visto che il museo Jeffrye a Londra espone un’ esemplare simile, e scoperto che il progetto sarebbe di Gordon RUSSELL. Aspetto giorni propizi per farne il rilievo.
Sedia ‘alle corna’ (Pozzi e Verga, anni 50)
Prima di incontrare i fratelli POZZI, avevo iniziato una ricerca sulla ditta Pozzi & Verga su internet. Ho scoperto le sedie ‘alle corna’ che il padre Paolo POZZI ha visto fare dal proprio padre. Volevo ricostituire, se possibile, il disegno originale, visto che traccia in archivi da P&V non esiste. Poi una sera d’estate a Parigi passo davanti a un negozio, con due esemplari magnifici in vetrina. Sei mesi dopo, i fratelli POZZI si sono resi a Parigi venuti ammirare la manifattura del nonno in persona. Magico momento.
Pagine apparentate :
opus incertum 