Alla scuola Environmental Design, Royal College of Art, i docenti erano di un certo calibro : John MILLER (Colquhoun & Miller), Sue ROGERS, James GOWAN, Christopher CROSS, (Sir) Jeremy DIXON e altri in visita. La metà degli studenti erano di formazione in architettura d’interni, l’altra metà in architettura, alcuni già architetti diplomati nei paesi d’ origine.
Era James GOWAN a chiederci di studiare un’ oggetto ‘porta tutto’ abitabile (per dormire, lavorare, organizzare gli effetti), che arreda in modo particolare uno spazio spoglio. Tale sono infatti le stanze uniche, piuttosto grandi, che da studente o giovane impiegato si affittano a Londra. Senza alcun dubbio GOWAN aveva in testa gli arredi fissi che Le CORBUSIER aveva imaginato per il padiglione svizzero a Parigi e per altri progetti. Voleva spingerci a sperimentare la materia stessa in cui si realizzerebbe. Infatti la proposta grandezza naturale del compagno di studio Peter FLEISSIG gli aveva piaciuto moltissimo.
A me invece interessava l’idea di un mobile post-MEMPHIS, smaterializzato al massimo (in MDF laccato o rivestito di laminati per dire), una specie di mini-villa neo-modernista da posare sul tappeto invece che su un prato di Princeton.
Per i voyeurs, il letto si schermerebbe dalla veduta altrui con veneziana e cortine.


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