In primo anno di architettura, i docenti ci hanno proposto il progetto di un teatro a aria aperta accanto al laghetto Serpentine, che lega 2 parchi a Londra. Conoscendo le qualità acustiche eccellenti del corpo d’ acqua — dal remo che praticavo sul Loch Fyne — decisi di fare galleggiare il palcoscenico invece di piazzarlo sulla sponda, la soluzione di quasi tutti i miei compagni.
Costruendomi una cassaforma per i 4 moduli galleggianti, ho realizzato con blocchi di polistirene e gesso liquido una piattaforma (tipo pontili di imbarcazione) che, la notte prima della presentazione a scuola, ho fatto galleggiare in un bacino improvvisato, per fotografarlo illuminato.
Problema 1) già il polistirene voleva galleggiare nel gesso liquido, e ho dovuto fare l’ operazione di colata in due tempi. Problema 2) il gesso aveva assorbito tanto di quell’ acqua che l’ indomani, alla presentazione di critica, non galleggiava più.




Ne ho anche tirato un’ eccellente lezione di statica, che mi ripeterà poi Aldo ROSSI, citando il proprio docente di ingegneria : la tendenza a capovolgersi di una struttura a sbalzo è pericoloso per l’ equilibrio di una costruzione.
Destino strano, quasi una coincidenza, che mi chiederà 3 anni dopo a realizzare i disegni di presentazione del proprio palcoscenico galleggiante, Il Teatro del Mondo.
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