Se ho incluso in queste pagine i plastici da me realizzati (piuttosto che in quelle dei campi disciplinari) è che risultano oggetti con una certa estetica intrinseca loro, priva di perfezionismo, che ho avuto un certo piacere a lavorare a mano, aldilà dello scopo illustrativo di progetto.
Possono essere intese come opere in se stesse, da godere come tali. Questo non ho imparato da Aldo ROSSI, benché intendeva in modo analogo il suo piacere ad arredare lo studio con dei plastici. Tronavano in maestà, addossati alle pareti delle stanze di v. Maddalena 1. (All’ epoca James STIRLING faceva sospendere i suoi dal soffitto, molto impressionante.)
Già a Kingston negli anni settanta avevo sperimentato il plastico-giocattolo come forma di rappresentazione architettonica che poteva trarre ispirazione da fonti diversi (la finta prospettiva del BRAMANTE, le evocazioni spaziali Pop-kitsch di Richard HAMILTON e Claes OLDENBURG ecc.).
Si distinguono immediatamente i plastici volumetrici dai plastici spaziali, che realizzo delle volte in modo scomponibile.
Plastico di lampada in fotocopie piegate modo capo sarta, disegnato in scala 1:1 per studiare l’effetto della luce a nastro LED, da schermare contro gli effetti violenti dei fasci.

Origamibau, Freiburg, 2015
Plastico a scopo ludico, di carta stampata piegata, a ragione della riapertura imminente della Universitäts Bibliothek di Freiburg (su progetto di Heinrich DEGELO), che suscitava commenti. Con che nome verrebbe appropriato dai cittadini ? Oggetto di ‘discussione dopolavoro’ a FRIAS.

Sovra-elevazione, Owendo, Gabon, 2013
La famiglia che mi ospitò la seconda volta in Gabon mi ha chiesto consigli per l’ampliamento della loro casa. Ne ho fatto il rilievo. Di passaggio a Parigi per un matrimonio e affari, li ho sorpresi con un plastico scomponibile in vari modi, a combinare secondo il numero di piani da sovra elevare.

EEB, Nice, 2012
Studio di estensione potenziale per luogo di culto esistente integrando presbitero e miglioramento della conformità legale degli accessi per disabili. Plastico interamente scomponibile, piano per piano (da -1 a +4), in cartoncino ricuperato da blocchi di lucido DALBE (necessariamente senza acido a Pf neutro). Restaurato nel 2020.

Cité de prière, Angondjé, Gabon, 2011
Realizzati nella vicinanza, il rilievo del terreno, gli studi di progetto, i disegni in scala e il plastico di tutti i livelli (in cartoncino e compensato di 4mm, che in scala rappresentava circa 25cm di spessore) furono compiuti in meno di sei settimane. Lo zoccolo-cassa consumava i resti del compensato.

Villa a finestra d’angolo, 2006
Schizzo 3D impulsivo di un’ idea di casa di campagna, a tetto inclinato per fotovoltaici, ricupero delle acque piovane, loggia a PT e terrazza sopra, in modo di studiare le implicazioni planimetriche delle finestre d’angolo che si cominciavano a commercializzare.

Trasformazione di una casa, Sydney, 1999
Progetto di estensione della proprietà di un parente, direttamente tramite il plastico, a ragione del gioco dei livelli che piante sezioni, assonometrie ecce. renderebbe oneroso da rappresentare. Nella sua scatola trasportabile, l’ho potuto mostrare a David CHIPPERFIELD ed altri, quando cercavo lavoro a Londra nel 1999.

Ricupero e trasformazione, Nanterre, 1992
Un piccolo plastico volumetrico in rovere per un progetto di ricupero di vecchi edifici di origine agricola a Nanterre.

Donnington Bath Houses, 1984
Stessa tecnica di fabbricazione dei plastici volumetrici che ho imparato da Gianni BRAGHIERI, che utilizzava stucco francese per lisciare le asperità del legno.

Convento delle Zitelle, Venezia, 1981
Con l’aiuto di Gianni BRAGHIERI, che ha fornito la cupola. Un’ idea di Aldo ROSSI (incaricato di un’ ampliamento del Convento delle Zitelle, a uso dell’ Università) mi sembrava geniale, per la profondità, oltre fondamenta, che essa rivelava della Giudecca. Un piccolo plastico dipinto mi sembrava il miglior modo di commettere alla Storia quest’ idea volumetrica, difficilmente accettabile ai poteri pubblici.

Progetto di concorso con Aldo ROSSI e Gianni BRAGHIERI, che mi hanno fidato il compito di realizzare il cubo di acciaio, le quali pareti ho ritagliato, con grande difficoltà (perché erano temperati e molto resilienti), da utensili in lastre da stuccatori. Si nota che la prospettiva che ho disegnato, mimetizza il fondo gessato (piuttosto che il vero ponte) fornito dal organizzatore.

Basso rilievo prospettico, 1979
Progetto di secondo anno – centro diurno per malati mentali era il tema – in scuola di architettura ; illustrazione dello spazio consacrato alla terapia via l’arte. Plastico non conservato.

Plastico di un teatro galleggiante, 1977
Pontili cassa-formati di polistirene e gesso che galleggiava da vero, il tempo di fare queste foto.

Progetto di un folly da parco inglese, 1974
Legno balsa, stracci di velluto, carta decorativa, gesso colorato e sabbia incollata. A 16 anni appena rivoluti.

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