Team DISNEY, Francia, 1991

Aldo ROSSI voleva sviluppare questo progetto a Milano, allorché il suo socio newyorkese Morris ADJMI — con chi aveva appena compiuto l’ edificio di Orlando — insisteva per svilupparlo a Manhattan**, più accessibile per il committente che teneva a seguirne l’ elaborazione, con occhi critici.

A ragione del lavoro che avevo compiuto da solo per il concorso del Museo della Scozia, alcuni dell’ ufficio newyorkese volevano che facessi parte della lora squadra.

Intanto il progetto (grande plastico incluso) verrebbe presentato li 11 novembre 1991 al Rockefeller Centre, negli uffici di GENSLER ASSOCIATES. Infine ero lì con i colleghi a presentare il progetto a Michael EISNER, ma non ho avuto nessun desiderio di conoscerlo di persona. Forse perché avevo lavorato tutta la notte a colorare dei panelli ingranditi delle mie prospettive.

Tutto sommato, ho lavorato su questo progetto con i colleghi locali di Aldo ROSSI e di Morris ADMI, che avevano proposto di associarmi (forse anche perché ero iscritto all’ Ordine francese, vantaggio importante dovessimo vincere), in tre città diverse : Milano, New York e Parigi.

L’idea di utilizzare l’ autosilo come schermo monumentale al confine (lungo ca. 600 metri) del parcheggio visitatori era sostanzialmente mia. Permetteva di ridurre i percorsi pedonali trasversali del sito nei momenti di afflusso (arrivi e partenze degli impiegati). L’idea di mascheralo con delle architetture fittizie applicate era invece di ROSSI, che l’ha poi sfruttata a successo a Berlino.

Ho fatto notare a ADJMI che i termini del contratto che proponeva DISNEY sarebbero illegali in Francia, che sacra i diritti degli architetti alla paternità dei loro progetti. La regola della territorialità applicandosi in materia di architettura, ho risolto di conservare i lucidi da me elaborati sul territorio francese. Il progetto era per un sito in Francia, certi disegni sono stati elaborati da me in Francia, e in quanto consulente esterno basato in Francia, la mia pratica della libera professione di architetto era soggetta alle leggi francesi.

Il committente pretendeva avere un diritto, quasi di possesso esclusivo (l’ apposizione ironica, quindi, del nome ‘Eisner’ sullo schizzo di Erin SHILLIDAY, infra) sul minimo schizzo sviluppato da chiunque che potesse avere con un qualsiasi oggetto di studio affidato dal loro marchio. Tale pretesa orgogliosa e egemonica va naturalmente combattuta da chi si rispetta.

Planimetria generale (presentazione conservata nel mio archivio di progetto)

Prospettive da me elaborate (in legge francese, i lucidi sono di proprietà mia)

Schizzi di Aldo ROSSI (fotocopie conservate da me in archivio di progetto) :

Schizzo di Erin SHILLIDAY (copia conservata nel mio archivio di progetto)

Proposta masterplan SdA per la zona contigua al sito

** per capire la tensione che provocava, e la maniera di Aldo ROSSI di gestire la situazione, vedere qui il collage-barzelletta che ha elaborato con Luca MEDA mentre stavo con loro nello studio deserto di Santa Maria alla Porta 9, fine agosto 1991.

Pagina apparentate :

Associazioni per progetti dati

Concorsi di architettura

Architettura e urbanistica

OPUS INCERTUM : Scegliete Voi

OPUS INCERTUM homepage